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Liste d’attesa in Campania: il numero è drammatico, la dichiarazione di Valeria Ciarambino

Liste d’attesa, Ciarambino: «Fondi inutilizzati e pazienti all’oscuro dei servizi offerti dai distretti sanitari»

Una delle maggiori criticità della sanità campana sono le lunghe liste di attesa; la Giunta in merito ha adottato dei provvedimenti come la creazione di un Cup unico regionale e lo stanziamento di fondi, anche se il problema resta attualmente irrisolto.

Il fenomeno è stato discusso dal Consigliere regionale e Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania Valeria Ciarambino del gruppo misto, che ha asserito:

L’enormità delle liste d’attesa in tutto il Paese e nella nostra regione resta una delle criticità più gravi che si traduce in una vera e propria negazione del diritto alla salute, al punto che ben 2,5 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi. Un tema che seguo da tempo e sul quale ho voluto interrogare la Giunta per segnalare alcune gravi anomalie e capire che azioni intende adottare – dichiara Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale e componente del Gruppo Misto, al termine della seduta di Question time – Non possiamo più assistere a scene quotidiane con centinaia di persone in coda davanti ai laboratori privati fin dalle prime ore del mattino per sottoporsi ad esami clinici prima che si esauriscano i tetti di spesa, cosa che avviene praticamente entro la prima settimana di ogni mese, mentre i punti prelievo pubblici attivati in tutti i distretti Asl della Campania, e accessibili senza prenotazione dal lunedì al sabato, sono praticamente deserti perché il cittadino non è neppure a conoscenza della loro esistenza. E lo dico per averlo verificato personalmente. Alla stessa maniera, a fronte di liste di attesa infinite per una visita specialistica nel pubblico, con disponibilità a distanza di mesi e mesi, gli ambulatori nei distretti delle Asl sono spesso vuoti o sottoutilizzati, perché magari quelle visite i pazienti hanno poi scelto di sostenerle nel privato a proprie spese, senza disdire la prenotazione. Serve una campagna di comunicazione imponente che informi i cittadini dell’offerta pubblica, ma anche un recall per liberare le agende da quelle prenotazioni non più valide accorciando le liste d’attesa, fino a richiedere il pagamento del ticket per le visite non più effettuate, se non è stata disdetta la prenotazione – continua la Ciarambino – Si tratta di provvedimenti di buon senso, che andrebbero assunti immediatamente. Anche perchè tra gli obiettivi prioritari che il presidente De Luca ha voluto assegnare ai direttori generali c’è proprio la riduzione delle liste d’attesa. E qui veniamo all’altro paradosso, che a fronte di oltre 73 milioni di euro attribuiti ad Asl e ospedali dal Piano operativo regionale liste d’attesa per il 2021-2022, ben 47 milioni di euro sono rimasti inutilizzati e sono stati riassegnati per il 2023. Non è accettabile lasciare inutilizzati decine di milioni di euro, mentre la gente non può curarsi – precisa la Vicepresidente – Le misure fin qui citate, potenziamento dell’offerta pubblica, apertura anche nelle ore serali degli ambulatori, valutazione dei direttori generali principalmente sul criterio dello smaltimento delle liste d’attesa, erano contenute in una mozione a mia firma approvata lo scorso anno, e devo riconoscere che la Giunta vi ha dato attuazione, eppure evidentemente non basta, bisogna fare di più – spiega la Ciarambino – Nonostante l’attivazione del Cup unico regionale, una misura importante che semplifica il sistema delle prenotazioni anche questa poco nota all’utenza, restano forti criticità sull’offerta di prestazioni sanitarie ambulatoriali. Un aiuto potrà venire dall’inserimento nel Cup regionale anche del privato accreditato – conclude la Ciarambino – su cui bisogna accelerare, così da poter offrire ai cittadini la visione dell’intera offerta di prestazioni su tutto il territorio regionale. Bisogna dare completa attuazione alle misure previste dal piano di Governo sulle liste di attesa, oltre che incrementare la produttività degli ambulatori pubblici e rendere accessibili e trasparenti le prenotazioni delle prestazioni di specialistica ambulatoriale degli operatori privati. Bisogna rendere operativo e concreto tutto quanto già stabilito, i fondi ci sono e sempre per lo stesso obiettivo.

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