
Il nuovo esecutivo comunale è stato ufficialmente varato: ieri il sindaco Gigi Manzoni ha firmato i decreti di nomina, distribuendo le deleghe agli assessori. Ma a colpire non sono solo i nomi, bensì la chiara impronta verticistica del nuovo assetto.
Manzoni, infatti, ha deciso di non condividere le deleghe chiave, tenendo per sé praticamente tutti i settori strategici: lavori pubblici, urbanistica, governo del territorio, bilancio, edilizia residenziale, risorse umane, grandi opere, avvocatura, polizia municipale. Una concentrazione di potere che lascia poco margine politico alla squadra di governo.
Gli assessori e le deleghe
Confermato vice sindaco è Filippo Monaco, che assume un ampio pacchetto di deleghe legato alla dimensione culturale e turistica della città: turismo, marketing territoriale, cultura, sport, eventi, tempo libero e terza età, ma anche mobilità, trasporti e viabilità, con la gestione di piano traffico e parcheggi. Una delega composita che unisce promozione e logistica urbana.
A Salvatore Caiazzo va il delicato tema dell’ambiente e della sostenibilità: si occuperà di rifiuti, acqua, energia, oltre alla lotta al degrado e al randagismo.
Monica Barbieri riceve le deleghe su patrimonio, PNRR e beni culturali: dovrà gestire immobili comunali e patrimoniali, ma anche il demanio marittimo e le politiche su costa e stabilimenti balneari.
A Vittorio Festa il compito di traghettare la città nell’era digitale: sarà l’assessore a istruzione, innovazione tecnologica, città digitale, videosorveglianza e servizi cimiteriali.
Mariasole La Rana sarà la voce del sociale nella giunta: seguirà politiche giovanili, assistenza, disabilità, pari opportunità, minori, migranti e povertà. Un assessorato cruciale sul piano umano, ma politicamente meno incisivo.
Infine, Titti Zazzaro avrà le leve dello sviluppo economico e produttivo: commercio, artigianato, agricoltura, pesca, mercati e politiche del lavoro. Una delega economicamente rilevante, ma a forte impronta gestionale.
La squadra è fatta, ma il segnale politico è chiaro: Manzoni non intende delegare i dossier più delicati. Il sindaco si pone al centro della macchina amministrativa, accentrando decisioni e responsabilità. Agli assessori, per ora, resta un ruolo più tecnico che politico.