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Caso Acerbi-Juan Jesus: la ricostruzione dei fatti e cosa rischia il difensore nerazzurro

Dopo la vicenda sul campo e l'esclusione di Acerbi dal ritiro della Nazionale, l'ex Lazio ha ritrattato quanto successo, scatenando la risposta di Juan Jesus con un duro post su Instagram. Ora la palla passa alla Procura Federale

A due giorni da Inter-Napoli, posticipo della 29ma giornata di Serie A, il caso Acerbi-Juan Jesus tiene banco più che mai. La giornata di ieri era iniziata con la decisione di Luciano Spalletti, concordata con il diretto interessato, di escludere il centrale 36enne dalla spedizione americana della Nazionale, comunicata attraverso una nota della FIGC nella quale si sottolineava come l’interista avesse esposto i fatti al CT e ai compagni, spiegando che il suo comportamento non aveva avuto “alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista”. Una smentita che lasciava però aperto il dubbio sulla frase effettivamente pronunciata. È stato poi lo stesso Acerbi, di rientro in treno a Milano, ad essere più esplicito: Non ho detto nessuna frase razzista, sono nel calcio da 20 anni e so quello che dico, sono sereno”. Parole che sono state riportate anche da Spalletti in conferenza stampa: Per quello che mi ha detto Acerbi non è stato un episodio di razzismo, ha dichiarato l’ex allenatore del Napoli.

Resta dunque da chiedersi il perchè dello sfogo di Juan Jesus con l’arbitro, dicendo che l’avversario fosse “andato oltre con le parole”, e le successive scuse dell’ex Lazio, accettate con grande signorilità dal brasiliano. Cosa abbia sentito il giocatore del Napoli è facilmente ricostruibile dal labiale del dialogo con l’arbitro La Penna, ma il suo recente post Instagram ha definitivamente fatto chiarezza sulla vicenda: “Per me la questione si era chiusa ieri in campo con le scuse di Acerbi e avrei preferito non tornare sull’argomento – scrive Juan Jesus – ora però leggo dichiarazioni di Acerbi totalmente contrastanti con la realtà, con quanto detto da lui stesso sul terreno di gioco e con l’evidenza delle sue scuse. Così non ci sto”. Poi, il virgolettato incriminato: “Acerbi mi ha detto: vai via nero, sei solo un negro, affermando in seguito alle mie proteste con il direttore di gara che fosse un insulto come un altro”.

Il verdetto del Giudice Sportivo, arrivato questa mattina, non è stato definitivo, in quanto è stato richiesto un supplemento di indagine dopo l’analisi del referto arbitrale. La palla ora passa alla Procura Federale, che oltre ad ascoltare i due giocatori ed eventualmente l’arbitro, cercherà filmati ed ogni altra possibile testimonianza per ricostruire l’accaduto e andare oltre quello che al momento si profila come un parola contro parola. Il codice di giustizia sportiva prevede una squalifica di almeno 10 giornate per i comportamenti denigratori o razzisti, oltre ad una consistente ammenda.

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