Egregio Direttore,
desidero innanzitutto esprimere un sincero ringraziamento alla Sua testata che sta consentendo la diffusione di informazioni documentate e particolarmente utili alla collettività su una vicenda che per troppo tempo è rimasta confinata nel silenzio e nella confusione. Un contributo giornalistico che rappresenta un primo, fondamentale passo verso la chiarezza e verso il contrasto di quello che molti cittadini percepiscono come un vero e proprio sopruso giuridico.
Mentre la politica locale, sia quella attualmente in carica sia quella che l’ha preceduta, sembra concentrata su dinamiche di potere e giochi di poltrona, il vero “tema caldo” è quello vissuto quotidianamente dai cittadini, costretti a subire conseguenze concrete e immediate.
Le scrivo a nome di una rappresentanza di cittadini di Monteruscello che, pur avendo sempre agito nel rispetto delle regole, oggi si trovano penalizzati, a dimostrazione di come, in questa vicenda, l’onestà e la buona fede non sembrino trovare adeguata tutela.
Mi riferisco agli sgomberi notificati ai legittimi assegnatari degli alloggi di Monteruscello, per i quali è d’obbligo precisare il percorso storico-normativo che ne ha determinato l’origine, risalente agli anni ’80, in risposta all’emergenza bradisismica dei Campi Flegrei e disciplinato dall’Ordinanza Zamberletti. È doveroso precisare che si tratta di alloggi nati in un contesto straordinario di emergenza nazionale e non riconducibili all’edilizia residenziale pubblica ordinaria (ERP), come oggi invece si tende impropriamente a considerarli.
A tutto ciò si aggiunge un elemento di stringente e drammatica attualità: mentre la città si avvicina alle festività natalizie, il Comune di Pozzuoli, per il tramite dell’Ufficio Politiche Abitative (a prima firma Dott.ssa M.D.R. e Dott. R.G.), continua imperterrito a notificare sentenze e ordinanze di sgombero.
Tali comunicazioni vengono redatte per iscritto, formalizzate a mezzo protocollo e trasmesse non solo ai diretti interessati, ma anche al Sindaco, al Prefetto e alle Forze dell’Ordine, contribuendo a generare un clima di forte allarme e pressione psicologica nei confronti di famiglie già duramente provate. Una modalità che appare funzionale a rafforzare l’impatto coercitivo del provvedimento, piuttosto che a favorire percorsi di confronto, tutela o soluzioni alternative.
Come se il periodo più simbolico dell’anno — tradizionalmente dedicato alla solidarietà, alla famiglia e alla tutela dei più fragili — potesse ridursi a un mero atto formale, privo di ogni responsabilità sociale.
Un “Buon Natale” da parte dell’Amministrazione Comunale che, nei fatti, si traduce per decine di famiglie in un incubo fatto di paura, incertezza e nella prospettiva concreta di restare senza casa, spesso dopo oltre quarant’anni di permanenza legittima negli alloggi assegnati dallo Stato in piena emergenza nazionale. Una contraddizione che interroga non solo il diritto, ma anche il senso stesso delle istituzioni e la loro funzione pubblica.
A conferma di quanto esposto, si allega foto-testimonianza di parte delle ordinanze di sgombero notificate nel corso degli ultimi mesi, a dimostrazione della sistematicità del fenomeno. L’ultima notifica consegnata risale, emblematicamente, proprio alla giornata di oggi, a ulteriore riprova dell’attualità e della gravità della situazione.
Confidando nella sensibilità della Sua testata verso temi di rilievo sociale e umano, Le chiedo cortesemente di valutare un ulteriore approfondimento giornalistico su una vicenda che rischia di consumarsi nel silenzio, proprio mentre dovrebbe richiamare la massima attenzione dell’opinione pubblica.
