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Napoli, il vero motivo della rottura tra ADL e DAZN: c’entra il calendario di Serie A

Il retroscena sulla decisione del patron azzurro: nessun tesserato del Napoli rilascerà più interviste alla piattaforma streaming

Nel post partita di Napoli-Juventus non è passato inosservato un dettaglio: l’allenatore Francesco Calzona ha parlato solo in conferenza stampa, mentre l’unico altro tesserato azzurro ad aver rilasciato dichiarazioni è stato Giacomo Raspadori ai microfoni di Sky Sport. Il motivo è stato brevemente annunciato dal presidente Aurelio De Laurentiis proprio a margine della conferenza di Calzona: il Napoli ha interrotto i propri rapporti con DAZN e non si presenterà più alle telecamere della piattaforma streaming (“Parleremo solo con Sky e Rai d’ora in avanti”).

Al termine della partita, De Laurentiis è stato ripreso durante un acceso sfogo nei confronti degli operatori di DAZN. Il filmato, diffuso sulla CBS Sport (che detiene i diritti della Serie A per gli Stati Uniti), mostra il presidente inveire contro tutto ciò che crede siano telecamere dell’emittente, esprimendo indignazione per la loro presenza nel tunnel che porta agli spogliatoi. Il patron azzurro è infatti convinto che sia stato DAZN ad insistere per far giocare la sfida Champions contro l’Atalanta alle 12:30 di sabato 30 marzo, vigilia di Pasqua. I motivi sarebbero legati al fatto che il lunedì di Pasquetta la partita avrebbe uno share minore, con tanti tifosi in viaggio. ADL avrebbe invece preferito spostare il delicato incontro dopo il week end per consentire a Calzona di avere più tempo per preparare la partita, visto che il tecnico calabrese non tornerà a Napoli prima del 27 marzo per via degli impegni con la Nazionale slovacca (amichevoli il 23 contro l’Austria e il 26 contro la Norvegia). Calzona avrebbe così a disposizione solo un paio di allenamenti per preparare il match con i nerazzurri. Il vero problema è che la formazione di mister Gasperini sarà impegnata il 3 aprile per la semifinale di andata di Coppa Italia contro la Fiorentina.

La questione, dunque, non risiede nelle “imposizioni televisive”, ma nel caotico calendario della Serie A, che non offre alcun margine di manovra. La decisione di boicottare le interviste con DAZN sembra essere il primo passo di una protesta più ampia contro le difficoltà organizzative del campionato italiano. De Laurentiis è stato infatti anche un forte sostenitore del partito contrario alla riassegnazione dei diritti televisivi della Serie A a DAZN per i prossimi 5 anni: avrebbe preferito lo sviluppo di un canale della Lega attraverso il quale vendere autonomamente le partite al pubblico, ritenendo che ciò potesse portare a guadagni superiori (nonostante nella stagione precedente il Napoli abbia ottenuto un incasso record di circa 80 milioni di euro dalle televisioni).

In conclusione, a cosa potrebbe andare incontro il Napoli con questa presa di posizione? Impedendo a DAZN di effettuare le interviste ai suoi tesserati come da accordi, il club azzurro di fatto viola il Regolamento delle produzioni audiovisive della Lega Serie A, che si traduce con il rischio di una multa progressiva. Come spiegato da Calcio e Finanza, dopo due mancate interviste, anche non consecutive, avviene un richiamo ufficiale (richiamo che il Napoli ha già avuto per non aver presentato nessuno – se non il ds Mauro Meluso – in seguito alle le sconfitte contro Empoli e Torino); dalla terza mancata intervista, anche non consecutiva, sanzione fissa per € 10.000; infine, dalla quarta mancata intervista a seguire, una sanzione raddoppiata per ogni successiva ed eventuale mancata intervista.

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