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Egualia presenta le Linee guida per la sostenibilità Ambientale, Sociale, e di Governance

Ma UE deve ripensare le politiche ambientali

Egualia presenta le Linee guida per la sostenibilità Ambientale, Sociale, e di Governance

 

Ma UE deve ripensare le politiche ambientali

 

Roma. Tra le aziende aderenti a Egualia, una su due redige un proprio report di sostenibilità, sei su dieci dispongono di professionalità dedicate ai temi Esg, mentre una su quattro ha già inserito un approccio green all’interno della programmazione industriale. Un quadro positivo, che però evidenzia un limite importante: soltanto il 28% dei fornitori possiede un bilancio di sostenibilità. Proprio da questa fotografia è nata l’elaborazione delle ‘Linee guida per l’implementazione di pratiche di sostenibilità nella declinazione Esg’, presentate a Roma, alla Galleria del Cembalo, durante l’incontro dal titolo ‘We Take Care. Esg secondo Egualia: valori, azioni, risultati’.

 

Frutto di un percorso avviato nel 2022, tra formazione, mappature e analisi delle imprese associate, il documento introduce indicatori concreti per misurare e verificare gli impegni Esg lungo tutta la filiera, a partire dai fornitori dai quali dipendono i due terzi dell’impatto ambientale, sociale e di governance di un’azienda farmaceutica.

 

Le linee guida di Egualia offrono un framework operativo per integrare i criteri ESG nella strategia industriale e nella gestione della supply chain, fattore strategico per ridurre I rischi e garantire la continuità produttiva dei farmaci essenziali.

“Le nostre linee guida- ha spiegato il presidente dell’associazione delle aziende produttrici di medicinali fuori brevetto, Stefano Collatina– nascono in un contesto europeo in rapido cambiamento, con la Csrd che impone obblighi sempre più stringenti. Per le Pmi il rischio è di essere schiacciate da burocrazia senza strumenti adeguati: il nostro obiettivo è accompagnare le aziende in un percorso che trasformi l’Esg in opportunità competitiva”.

Secondo Collatina, “restano, però, diversi aspetti critici: alcune normative ambientali, come la Direttiva sulle acque reflue urbane (Uwwtd) o la stretta sui Pfas, rischiano di limitare la produzione e l’accesso a farmaci essenziali. Serve equilibrio tra transizione verde e competitività: le aziende sono pronte a fare la loro parte, ma le politiche devono essere costruite insieme all’industria, altrimenti rischiamo di generare più ostacoli che benefici”.

 

“Le imprese del farmaco, e in particolare quelle che rappresentiamo come Egualia- ha evidenziato il presidente dell’associazione delle aziende produttrici di medicinali fuori brevetto- credono nella sostenibilità come leva di crescita e innovazione, ma servono regole stabili e condivise. Solo così l’Esg sarà davvero un motore di sviluppo, non un peso burocratico”.

“Il comparto dei farmaci fuori brevetto- le parole del vice ministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini, intervenuto all’evento con un videomessaggio- rappresenta un asset strategico per l’Italia: 102 imprese attive in Italia e un impatto economico superiore a 8 miliardi. Tra il 2016 e il 2024 il loro utilizzo ha permesso un risparmio di 7,4 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale. Oggi, però, il settore è sotto .

“È in questo contesto- ha poi dichiarato- che la sostenibilità diventa una leva decisiva: integrare i criteri Esg significa dare solidità alle imprese, migliorarne il merito di credito e renderle più attrattive per i grandi fondi e gli investitori internazionali, che orientano sempre più le proprie scelte verso aziende con strategie trasparenti e sostenibili. Attrarre capitali vuol dire rafforzare la capacità produttiva, innovare I processi, garantire continuità di forniture e dare stabilità a una filiera strategica per la salute dei cittadini e per lo sviluppo del Paese”.

 

“Ringrazio Egualia per aver messo l’accento sul fatto che l’Esg non deve essere un onere, ma uno strumento competitivo. Sul piano regolatorio europeo- ha sottolineato Valentini- la transizione ambientale va conciliata con la tenuta del tessuto produttivo e con la disponibilità dei farmaci essenziali”.

“In sede Ue- ha concluso il vice ministro delle Imprese e del Made in Italy- l’Italia sosterrà un approccio pragmatico, con valutazioni d’impatto solide e tempi di attuazione realistici, affinché le norme non producano effetti distorsivi sulle forniture e sugli investimenti industriali nel farmaco: cosicché l’ESG, da principio, divenga pratica industriale e strumento pro-crescita per chi investe in Europa, a beneficio dei pazienti e del Paese”.

 

 

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