
A volte la paura non ha il volto di uno sconosciuto nell’ombra, ma quello fin troppo familiare di chi abita a pochi passi da te. A volte, l’assedio non è fatto di soldati e arieti, ma di sguardi insistenti, regali non richiesti, messaggi mai desiderati. È così che, in un piccolo appartamento di Vico Equense, una donna ha imparato cosa significa vivere barricata in casa propria.
Tutto comincia con un trasferimento, un nuovo inizio. Lei è una donna riservata, una vita come tante: lavoro, amici, normalità. Accanto, nell’abitazione confinante, vive un uomo di 44 anni. Non si conoscono, se non per qualche cortese “buongiorno” scambiato sul pianerottolo. Ma quello che per lei è semplice vicinanza, per lui diventa ossessione.
Lui la osserva, studia le sue abitudini, raccoglie immagini prese dai suoi profili social. Le stampa, le incornicia, le espone nella propria stanza da letto. Lei non lo sa, non immagina. Ma ogni gesto di lui inizia a essere calcolato: gli incontri casuali diventano finte coincidenze, le cortesie mascherano un tentativo di entrare nella sua vita.
Arrivano fiori, frutta, bottiglie di vino. Ogni giorno un dono diverso lasciato sullo zerbino. Ogni giorno un passo in più verso un confine che la donna non ha mai autorizzato ad attraversare. I messaggi si fanno sempre più frequenti, le dichiarazioni d’amore sempre più esplicite. Lei è chiara, netta: non è interessata. Ma lui non accetta. “Non è giusto che non possa stare con la donna che amo”, le urla attraverso la parete.
Comincia a pedinarla, a seguirla nei suoi spostamenti, a stazionare davanti alla sua porta per ore. Cammina avanti e indietro, sperando che apra. Le lascia lettere, grida il suo nome, cerca lo sguardo dietro lo spioncino. Lei è terrorizzata, sente la trappola chiudersi. L’assedio è silenzioso, ma continuo. Giorno dopo giorno.
Quando la tensione si trasforma in minaccia, lei trova la forza di denunciare. I Carabinieri di Vico Equense ascoltano il suo racconto, raccogliendo anche le testimonianze degli altri inquilini. Organizzano un appostamento. Lo vedono seguirla, osservarla, molestarla.
Lo arrestano. In casa sua, trovano la conferma di tutto: decine di foto della vicina, alcune incorniciate con cura maniacale. Una, in bianco e nero, è accanto al letto. Lei sorride al fotografo. È la stessa foto che lui guardava ogni sera, prima di spegnere la luce.
Dietro quella porta, non c’era amore. C’era paura. E silenziosamente, ogni giorno, si stava trasformando in violenza.