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Napoli, girone d’andata da incubo: i numeri della crisi

Gli azzurri sembrano essere finiti in un tunnel senza fine. Mai così male per una squadra Campione d'Italia in carica nella Serie A moderna

9° posto in classifica, -20 dalla vetta e -5 dalla zona Champions. Il tutto condito da 24 gol subiti in 19 partite. Sono solo alcuni degli sconcertanti numeri del girone d’andata del Napoli, che nella sua storia recente ricorda poche crisi come questa.

Al di là della debacle contro il Torino, sono dunque i dati complessivi di questa prima parte di campionato a dare l’idea di come il Napoli sia sprofondato in maniera clamorosa. Chiudendo a quota 28 punti il giro di boa, il Napoli diventa la squadra campione d’Italia uscente a fare in assoluto meno punti da quando la Serie A è tornata a 20 squadre (2003-04). Rispetto alla passata stagione, gli azzurri hanno 22 punti in meno: nel 2022-23 a metà torneo Spalletti aveva girato quota 50, ma non è di certo questo il caso di fare comparazioni con quella che ad oggi sembra totalmente un’altra squadra.

Preoccupanti anche i numeri dell’attacco: il Napoli non ha trovato il gol per la quarta partita di fila, l’ottava in stagione. L’ultima rete segnata risale al 16 dicembre (gol di Kvaratskhelia in Napoli-Cagliari). Già citata la statistica dei gol subiti in campionato, che uniti a quelli delle altre competizioni fanno 37 in 26 partite, a testimonianza di una difesa completamente allo sbando e orfana della sua colonna difensiva (Kim), colpevolmente ed inspiegabilmente non sostituita a dovere dalla società.

Colpe della società che sembrano essere tante, troppe, a cominciare dalla scelta dell’allenatore: l’arrivo di Rudi Garcia sulla panchina azzurra è stata forse una delle decisioni più deleterie prese negli ultimi anni, con il francese che è riuscito a vincere 8 partite su 16, perdendone 4 e pareggiandone altrettante. Tralasciando i numeri mediocri, l’ex tecnico della Roma ha distrutto mentalmente e fisicamente la squadra, cacciando il precedente staff tecnico in toto per insediare i suoi, con risultati a dir poco infimi.

Addirittura peggiore il bilancio di Mazzarri finora: nelle sue prime dieci partite alla guida del Napoli ha raccolto appena 3 vittorie, un pareggio e 6 sconfitte, tutte molto pesanti. Ormai non ci si può più nascondere dietro le “partite d’assestamento” o gli impegni probanti: il ritorno del toscano a Napoli è senza dubbio il punto più basso dell’era ADL.

Che il mercato condotto dal ds Meluso possa salvare questa stagione, ci credono in pochi. Meluso, scelto personalmente da De Laurentiis, che per adesso ha portato nella rosa azzurra solo rincalzi o elementi che non possono chiaramente giocare titolari in una squadra al vertice del proprio campionato.

Qualche intervento occorrerà per forza, ma l’impressione è quella che ogni tifoso del Napoli non veda l’ora che finisca questa stagione. Fuori dal discorso Scudetto e fuori dalla Coppa Italia, con Supercoppa e Champions alle porte viste ormai quasi come spauracchi piuttosto che come occasioni per ripartire. Salvare il salvabile adesso, per rifondare con fermezza e decisione a giugno. Perché avere quel tricolore sul petto, anche se ancora per poco, dovrà pur significare qualcosa.

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