Cronaca

Carcere, scoperti 4 cellulari a S.M. Capua Vetere

Continuano le operazioni di contrasto da parte della Polizia Penitenziaria sul traffico di stupefacenti e cellulari tra i detenuti nonostante la carenza organica di agenti nelle carceri.

Continuano le azioni da parte della Polizia Penitenziaria di prevenzione e repressione dell’ingresso di telefoni e sostanze stupefacenti nelle carceri italiane.

Questa volta è accaduto nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a Caserta, dove alcuni agenti spostando una piastrella, non completamente unita alle altre, all’interno di un locale adibito a cucina nel carcere, hanno rinvenuto 4 telefoni, 10 caricabatterie e 2 micro batterie per microcellulari, che hanno poi sequestrato.
Sono davvero tante le operazioni condotte dalla Polizia per contrastare il traffico di droga e di arnesi tecnologici tra i detenuti, ciò è possibile soprattutto grazie all’aiuto dei cani antidroga che grazie al loro fiuto non sfuggono in particolar modo le tracce degli stupefacenti.

Nel carcere di Avellino i sequestri sono continui, ultimo caso è l’arresto di una donna che durante un colloquio con il figlio recluso, nascondeva addosso un ingente quantitativo di hashish.
Tiziana Guacci, segretaria regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, in merito agli ultimi eventi sottolinea la professionalità degli agenti poiché non è facile condurre tali operazioni quando mancano all’interno della Casa Circondariale di Avellino 83 unità.

Le condizioni delle carceri, quindi, non è assolutamente semplice, dalla carenza organica al sovraffolamento dei detenuti; a ciò si aggiunge che il 30% dei reclusi ha problemi di droga e questo “comporta notevoli problemi sia per la gestione all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia causa” come ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del Sindacato.

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