Cultura

Pompei, al via monitoraggio degli ambienti

A Pompei una nuova strategia di monitoraggio per preservare il Parco Archeologico ed evitare così situazioni emergenziali che richiedono grandi interventi di restauro.

A Pompei, dopo il crollo di un edificio antico, la Schola Armaturarum nel 2010, e l’intervento del Grande Progetto Pompei conclusasi nel 2022 con i 105 milioni di euro offerti dall’Unione Europea e dallo Stato Italiano, è iniziata una gara per salvare il sito.

I tecnici del Parco archeologico sono impegnati a mettere in campo una strategia innovativa per evitare che in futuro ci siano nuove situazioni emergenziali che richiedono grandi interventi.
Il sito è fragile e bisognoso di cure continue per preservarlo, anche a causa della sua posizione in una zona ad alto rischio sismico e vulcanico; il direttore Gabriel Zuchtriegel ha fatto anche notare che la gran parte degli ambienti sono sprovvisti di tetti ed esposti agli agenti atmosferici, ma chiaramente non è possibile coprire tutta Pompei con una cupola di vetro.

Sono in tutto 13.000 le zone del Parco archeologico che andrebbero preservate e la manutenzione è possibile solo grazie ai dati aggiornati raccolti da un continuo monitoraggio – come ha sottolineato Zuchtriegel.
Il monitoraggio è, infatti, la base della gara pubblicata sul portale Acquisti in Rete della Pubblica Amminstrazione di Consip, un appalto che scadrà il prossimo 21 maggio, e prevede un servizio triennale che parte dal rilevamento periodico dello stato di conservazione del sito alla definizione degli interventi necessari.

Nel frattempo il sito è in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Salerno, i quali hanno sviluppato un’app digitale inedita che raccoglie i dati del Parco e permette così una stima delle tipologie di interventi necessari e dei relativi costi.

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