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Insigne a Sky: “Avrei giocato per sempre a Napoli. Sogno ancora la Nazionale”

Lorenzo Insigne racconta a Sky Sport le emozioni vissute con la maglia del Napoli, con un occhio al futuro della sua carriera

L’ex capitano del Napoli Lorenzo Insigne è tornato in città in questi giorni (domenica 3 dicembre ha assisito al match di campionato tra la squadra di Mazzarri e l’Inter al Maradona), e Sky Sport ne ha approfittato per fargli un’intervista in esclusiva sul suo passato in azzurro, sul suo presente – attualmente il fantasista di Frattamaggiore gioca in MLS con la maglia del Toronto – e su quelli che possono essere i prossimi obiettivi personali.

“Non nego che in Canada io e la mia famiglia stiamo benissimo, ma quando torno a Napoli, il profumo lo sento già da quando atterro a Roma. Della mia città mi manca tutto, perché giustamente è casa. Tornare al Maradona? Emozioni uniche. Da bambino ho sempre sognato di fare quello che ho fatto con la maglia del Napoli, ovvero giocarci ed esserne il capitano. Per me entrare là dentro è sempre qualcosa di speciale. Sicuramente il mio sogno era rimanere qua per tutta la vita, non è stato così ma va bene lo stesso. Napoli è casa mia e questa maglia è come una seconda pelle per me”.

L’ex Pescara torna poi sul tema Scudetto: “Ho sentito che sarei stato invidioso della vittoria, ma io non lo sarò mai: sono stato e sarò sempre il primo tifoso del Napoli. Penso che con Sarri sia stato clamoroso non vincere lo scudetto con 91 punti, però il demerito, tra virgolette, è stato anche nostro, perché ci siamo fatti sfuggire quel titolo dalle mani. In ogni caso ho festeggiato a Toronto da tifoso, con i miei figli a casa abbiamo esultato perché so quanto ci tenevano i giocatori ma soprattutto la nostra città”.

Sull’inizio di stagione in salita del Napoli quest’anno: “Questi momenti ci possono stare. Spero che Mazzarri possa fare un grande lavoro mentale con i ragazzi, è un allenatore che ha molta esperienza e che ha avuto modo di studiare tanto negli ultimi tempi. Conosce già l’ambiente, la società e i tifosi: questo rappresenta sicuramente un grande vantaggio.

Gara contro la Juventus? Ho giocato tante volte contro la Juve, ricordo soprattutto le partite in cui ho fatto gol (ride, ndr). Mi è dispiaciuto non poter festeggiare davanti ai nostri tifosi quando ho segnato l’ultima volta, perché era a porte chiuse (vittoria per 1-0 nel 2021, ndr). Fare tante sfide contro la Juve e segnare contro di loro, da napoletano e tifoso del Napoli, è sempre stato bello. Spero che venerdì il Napoli possa fare una bella prestazione per regalare una gioia ai tifosi”.

Passando ai singoli, un commento su Kvaratskhelia e un consiglio ad Osimhen: Kvara non lo conoscevo, ma vedendolo l’anno scorso posso dire che è stato un valore aggiunto per il Napoli, perché ha fatto delle cose straordinarie. A Osimhen l’unica cosa che mi viene da dire è di pensarci bene prima di andare via da Napoli, perché le emozioni che ha vissuto qua l’anno scorso non si possono vivere da altre parti. Vincere uno scudetto a Napoli è diverso dal vincerlo altrove o con un’altra maglia. Sicuramente saprà fare la scelta giusta, io spero che rimarrà qui ancora a lungo perché è un giocatore fortissimo. Mi auguro che anche la società, se deve fare uno sforzo, lo faccia, perché attaccanti forti così in Europa non ce ne sono.

Chi vincerà il campionato? Ovviamente so che è difficile perché ci sono tanti punti di distacco dalla vetta, ma spero con tutto il cuore che il Napoli torni ad essere quello dell’anno scorso e possa risalire la classifica. Al momento non vedo una favorita al 100% per lo Scudetto”.

Chiosa finale sul capitolo Nazionale: “Non smetterò mai di sognare la maglia azzurra. Finché giocherò a calcio, sarò sempre a disposizione del Ct. Con quella maglia ho vissuto un momento indescrivibile che non dimenticherò mai, ovvero la vittoria dell’Europeo. Ripartirò sicuramente forte l’anno prossimo, sperando di non avere tanti infortuni che hanno sicuramente inciso sulle scelte del mister. So comunque che devo fare di più, anche a 32 anni, perché non basta solo il nome per essere convocato: serve meritarselo in campo”.

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