
Benevento e Pietrelcina fanno squadra e rilanciano la sfida culturale con una candidatura congiunta per diventare Capitale Italiana della Cultura 2028. Una proposta che non punta solo ai riflettori, ma che nasce da radici profonde, intrecciate tra millenni di storia, identità locali e una spiritualità che ha attraversato i confini.
Da un lato, Benevento, crocevia di civiltà: dai Sanniti ai Romani, dai Longobardi al dominio pontificio, un luogo dove ogni pietra racconta un’epoca. Dall’altro, Pietrelcina, piccolo borgo che nel Novecento ha trovato il suo centro di gravità nella figura di Padre Pio, trasformandosi in un polo simbolico della spiritualità moderna.
La candidatura punta a valorizzare il dialogo tra città e aree interne, offrendo un modello alternativo rispetto alla concentrazione culturale delle grandi metropoli. Un progetto che non si limita a celebrare il patrimonio, ma che vuole riscrivere la narrazione delle cosiddette “periferie”, mostrando come possano essere motori di innovazione culturale e sociale.
Il dossier che sarà presentato al Ministero della Cultura propone un percorso partecipato, fondato su una governance condivisa tra istituzioni, enti locali e realtà culturali del territorio. Un piano che guarda alla sostenibilità, al coinvolgimento delle comunità e alla creazione di reti capaci di durare oltre il 2028.
L’obiettivo? Non solo conquistare il titolo, ma generare un’eredità culturale duratura che possa portare attenzione, risorse e visibilità a due territori troppo spesso fuori dalle rotte principali, ma ricchissimi di contenuti da raccontare.