
Cibo prima ricchezza del Paese secondo Coldiretti. Domenico Esposito: “La qualità della vita passa anche dal cibo ed è di per se una filiera da promuovere”
NAPOLI – “Si dice che la prima filiera del Sistema Paese sia quella agroalimentare e che il cibo rappresenti il vero plusvalore nazionale, con un impatto economico che equivale a circa venti manovre finanziarie. Ciò che invece non si evidenzia abbastanza è che il food costituisce l’architrave della qualità della vita moderna, fondata su un benessere che parte proprio dal cibo.” Così Domenico Esposito, ideologo della Qualità della Vita e presidente dell’Accademia Italiana Qualità della Vita, commenta i dati diffusi da Coldiretti sul valore record del comparto agroalimentare italiano, che supera i 700 miliardi di euro. “Che l’agroalimentare italiano non conosce crisi e che rappresenti la punta di diamante del Made in Italy l’abbiamo sempre saputo – prosegue Esposito – ma occorre ricordare che nessuna economia può crescere senza qualità della vita. L’economia è una scienza sociale fondata sulla matematica applicata a contesti di sviluppo e coerenza civile: serve un benessere diffuso che ne costituisca la base”. Da anni, l’Accademia Italiana Qualità della Vita promuove una visione metodologica che integra salute, sostenibilità, economia locale e coesione sociale in un unico modello di sviluppo. Attraverso la formula QDV = (SL × K) / R, dove SL rappresenta lo Stile di Vita, K il Fattore di Resilienza e R i Rischi sistemici, l’Accademia misura e interpreta il benessere come equilibrio dinamico tra individuo, ambiente e sistema economico. “Nel nostro approccio – spiega Esposito – la qualità della vita è di per sé una filiera da promuovere e da interconnettere con tutte le altre. Dalla terra come bene comune urbano ai progetti di agricoltura metropolitana e alle micro-filiere locali, fino ai programmi educativi sulla fisiologia del benessere nelle scuole, l’Accademia lavora per un modello che unisce salute, ambiente e produttività.” L’obiettivo è rigenerare i territori creando poli agricoli-urbani, in particolare nell’area nord di Napoli, dove si connettono agricoltura, trasformazione, ristorazione e turismo in un effetto domino del benessere capace di generare sviluppo, occupazione e sostenibilità. “In questa direzione – annuncia Esposito – stiamo elaborando per il prossimo governo regionale una proposta di legge che abbia lo scopo di valorizzare e riclassificare la produzione agricola di Napoli e della Campania, con azioni concrete di: recupero e valorizzazione dei terreni abbandonati, oggi fonti di degrado; aumento della superficie verde e produttiva, con benefici sulla qualità dell’aria e riduzione delle isole di calore urbane; diminuzione dell’uso di pesticidi, grazie alla lotta preventiva agli insetti provenienti dai terreni incolti; riutilizzo sostenibile delle risorse idriche, mediante pozzi consortili e sistemi di gestione collettiva.” “La Regione Campania, con questa legge, potrà diventare un modello nazionale di gestione innovativa dei terreni urbani e periurbani, dimostrando che la Qualità della Vita è un indicatore concreto e misurabile di politica pubblica – conclude Esposito –. Solo promuovendo questa filiera immersiva del benessere umano e territoriale, il Sistema Paese potrà essere competitivo e duraturo nel tempo.”